Promoter uccisa nel Varesotto, l’arrestato fa ritrovare il cadavere: era decapitato nel suo orto

Il ritrovamento dopo che l’uomo aveva indicato agli uomini della procura dove scavare, non c’è la testa. L’avvocato: “Non ha confessato, ci sarebbero altre persone coinvolte”. Il movente legato a 90mila euro che la donna gli aveva affidato

Il cadavere di Marilena Rosa Re, la promoter 58enne del Varesotto scomparsa dallo scorso luglio, è stato trovato decapitato nell’orto dell’uomo fermato per il suo omicidio. Era stato lo stesso Vito Clericó, 65enne di Garbagnate Milanese e conoscente della vittima, a indicare agli inquirenti il punto dove scavare. “Il corpo è stato trovato senza testa, privo di vestiti, ripiegato in due e coperto da un sacco di cellophane, a sua volta ricoperto da un altro sacco di juta”, ha raccontato il procuratore di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana. “Sul cadavere, che per le misure corrisponde a quello di Marilena Rosa Re, individuato esattamente dove l’indagato ha indicato, non sono evidenti segni ulteriori di lesioni. Su dove possa trovarsi la testa della donna – ha aggiunto Fontana – l’indagato ha affermato di non ricordarlo”. Era stata la procura, ieri, poche ore dopo il fermo, a ordinare di procedere con le ricerche nel terreno non lontano dall’abitazione dell’uomo. I lavori di scavo erano iniziati stamattina alle 8.

Promoter uccisa nel Varesotto, l'arrestato fa ritrovare il cadavere: era decapitato nel suo orto

“Clericó ha collaborato fornendo indicazioni su dove sarebbe stato possibile rinvenire il corpo – ha spiegato oggi l’avvocato dell’arrestato, Daniela D’Emilio – ma non ha confessato il delitto. Ha parlato inoltre del coinvolgimento di qualcun altro”. L’uomo deve rispondere di omicidio e di occultamento di cadavere, potrebbe venire interrogato già domani, ma nell’inchiesta è coinvolta anche la moglie: è indagata per sequestro di persona. “E’ una procedura necessaria per poter svolgere gli accertamenti del caso – ha sottolineato la legale – non ci sarebbe alcun elemento a carico della donna”.

Subito dopo il fermo, gli inquirenti avevano sentito l’uomo per più di sei ore. Si erano detti convinti che l’uomo avesse occultato il cadavere non lontano dalla sua abitazione o dal giardino; addirittura nel terreno che comprende l’orto intorno alla casa. E infatti è lì che i Ris di Parma e un archeologo nominato dalla Procura hanno trovato i resti di Marilena Rosa Re. La certezza che si tratti della donna sparita da mesi potrà chiaramente venire solo dalla comparazione del Dna del corpo con quello già rilevato da uno spazzolino della vittima.

Dietro il delitto potrebbe esserci una questione economica: nel 2014 la donna aveva consegnato all’indagato e alla moglie, perché li custodissero, 90 mila euro in contanti.

Poi avrebbe avuto necessità di rientrare in possesso del denaro: doveva infatti versare entro il 31 luglio circa 80 mila euro all’Agenzia delle Entrate. Ma il giorno precedente, Marilena Rosa Re è scomparsa nel nulla. Vittima e indagato si erano conosciuti sul luogo di lavoro: la donna lavorava come promoter nei centri commerciali della provincia di Varese e dell’Alto Milanese, mentre l’uomo, attualmente in pensione, era stato dipendente di una catena di supermercati.

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